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Crisoprasio efficace per la Prostata

By 27 Giugno 2013Gennaio 23rd, 20222 Comments9 min read

Invecchiando, capita di frequente che si manifestino disturbi  con ripercussioni sulla salute e sulla quotidianità, che possono essere affrontati con adeguati controlli periodici ed eventuali cure preventive. La prostata è una ghiandola che appartiene all’apparato genitale maschile. In un uomo adulto, ha la forma grosso modo di una castagna, misura circa tre centimetri di diametro e pesa circa venti grammi. È  localizzata nella pelvi, al di sotto della vescica e anteriormente al retto e circonda l’uretra.

prostata bog
La prostata ha una funzione fisiologica molto importante: il suo ruolo primario consiste nel produrre parte del liquido seminale (circa il 20% della parte liquida dello sperma) che viene espulso con l’eiaculazione.
Per funzionare correttamente, necessita degli ormoni androgeni, tra cui ricordiamo il testosterone, prodotto nei testicoli, il diidroepiandrosterone, prodotto dalle ghiandole surrenali, e il diidrotestosterone, prodotto dalla prostata stessa.
Data la sua posizione anatomica, influisce sul modo di urinare e anche sulla defecazione.
Abitualmente, si definisce prostatismo quell’ insieme di sintomi che possono interferire con la funzione urinaria, alterando lo svolgimento delle attività quotidiane o di svago, creando uno stato d’ansia e imbarazzo, arrivando a disturbare il sonno e penalizzando gravemente l’attività sessuale.
Sempre più numerosi sono i giovani che consultano lo specialista per problemi funzionali o riproduttivi, riconducibili ad una patologia prostatica, spesso di natura flogistica, e gli attuali anziani sopportano con disagio i disturbi minzionali e, incoraggiati dai grandi progressi terapeutici dell’urologia, vogliono giustamente contrastare questi sintomi, un tempo considerati un’inevitabile, anche se dolorosa, conseguenza dell’età.
Quando si parla di “ingrossamento” della prostata, o adenomatosi benigna- tipico dell’età avanzata, si intende l’ipertrofia di quella parte ghiandolare posta a ridosso dell’uretra.
Pertanto, nel contesto della prostata cresce una specie di “nuova ghiandola” che esercita una pressione sulla prostata stessa verso l’esterno.
Se questo anomalo sviluppo è lasciato a se stesso, la prostata può raggiungere nel suo complesso anche le dimensioni di un pompelmo, con la “prostata vera” schiacciata all’esterno.
Questo disturbo si manifesta, già dopo i 30 anni, con una prevalenza che aumenta con l’età in tutta la popolazione maschile, ma non in tutti i soggetti cresce con la medesima velocità.
Inoltre, prostate con piccoli adenomi possono dare molti disturbi e prostate grandi possono anche essere silenti. Più del 50% degli uomini con un’età compresa tra i 60 e 69 anni  ne ha una presenza clinicamente significativa. Solitamente, i sintomi dell’Ipb (Ipertrofia prostatica benigna) sono accentuati dal freddo e possono consistere in:

  • riduzione della forza del getto urinario (questo sintomo viene valutato dallo specialista urologo con un esame molto semplice denominato uroflussometria);
  • pollachiuria, cioè il bisogno di urinare spesso durante il giorno;
  • nicturia,il bisogno di urinare durante la notte;
  • minzione imperiosa (stimolo urinario impellente);
  • ritenzione urinaria;

Scopo della terapia dell’Ipb è quello di ridurre o risolvere l’ostruzione locale facendo urinare meglio il paziente, migliorando la qualità di vita, facendo in modo che i reni e la vescica non soffrano, così da produrre ed eliminare le urine in modo adeguato.
Un’altra malattia assai frequente e diffusa, sebbene spesso poco chiara, è la prostatite. Colpisce circa il 10% degli uomini sessualmente attivi (sembrerebbe che quasi il 50% degli uomini abbia, almeno una volta nella vita, un episodio infiammatorio della prostata più o meno intenso). Si può distinguere in:
– acuta, con febbre elevata, dolore perineale, minzioni frequenti (pollachiuria) e/o dolorose (stranguria) e/o difficoltose (disuria);
– cronica, con sintomi che possono essere scarsi o poco significativi. Infatti i disturbi possono essere persistenti, ricorrenti o di vario tipo: “fastidio” all’uretra, disturbi urinari aspecifici, senso di peso perineale, fastidio testicolare.
Nella fase acuta può essere difficoltoso avere un rapporto sessuale; nella fase cronica nulla vieta avere un’attività sessuale regolare. Talvolta possono essere presenti disturbi dell’eiaculazione, spesso più precoce di quanto non avvenga normalmente per il paziente, oppure dolorosa o semplicemente fastidiosa.
I fattori che scatenano la prostatite sono molteplici e talvolta possono agire contemporaneamente, dando luogo a diverse forme. Le principali cause possono essere:
– microrganismi che risalgono il condotto urinario e si depositano nella prostata;
–  un’alimentazione scorretta o irregolare può alterare anche le funzioni della prostata;
– disfunzioni intestinali: l’irregolarità nell’evacuazione e patologie intestinali possono causare congestione pelvica;
– fumo: la nicotina è un vasocostrittore. Questo significa che l’afflusso di sangue all’organo sessuale maschile può essere reso difficoltoso o quasi assente;
– stress: la tensione favorisce la diminuzione delle difese dell’organismo;
– astinenza eiaculatoria: la mancata eiaculazione per lunghi periodi fa sì che il liquido spermatico vecchio non venga espulso, così da aumentare i residui tossici che possono essere dannosi per la prostata;
– patologie uretrali o prepuziali: le infezioni a carico dell’uretra possono estendersi alla prostata. Allo stesso modo anche le disfunzioni prepuziali (fimosi e parafimosi) possono condurre a processi infiammatori che coinvolgono la prostata stessa;
– patologie neurali: possono ridurre o eliminare gli stimoli nervosi responsabili del normale funzionamento della prostata.
Nelle forme croniche, bisogna sconsigliare l’astinenza prolungata o atteggiamenti di “genitalizzazzione”, come pensare sempre al fastidio distrettuale, angosciarsi per ogni bruciore anche se di lieve entità, disperarsi per un rapporto sessuale non “tecnicamente perfetto”.
La Società oncologica americana raccomanda, a tutti gli uomini di età compresa tra i 50 e i 70 anni, di sottoporsi annualmente ad esplorazione rettale della prostata e ad un dosaggio, con prelievo di sangue venoso, dell’antigene prostatico specifico (detto Psa), che è una proteina prodotta esclusivamente dal tessuto ghiandolare prostatico con funzione di fluidificare il liquido seminale (solo il 22% dei maschi italiani tra i 50 e i 70 anni di età conosce il significato del test del Psa).
Tale raccomandazione viene estesa agli uomini al di sopra dei 40 anni se di razza nera o se vi è una storia famigliare di tumore prostatico.
Bisogna ricordare che fattori di rischio sono anche: fattori ormonali (il tumore della prostata è androgeno-dipendente); fattori occupazionali (esposizione a sostanze chimiche); fattori dietetici (un elevato apporto di grassi con la dieta sembra comportare un incremento dell’incidenza di carcinoma della prostata).
Nei Paesi sviluppati, sembra ragionevole che tutti gli uomini inizino i controlli per la prostata annualmente dai 45 anni di età, eseguendo almeno ogni 2-3 anni l’ecografia prostatica transrettale, richiesta dall’urologo. Se necessario, la componente diagnostica può includere a volte anche la biopsia prostatica.
Negli ultimi anni, sono stati commercializzati farmaci estremamente efficaci nel ridurre i disturbi causati dalla patologia della prostata, contro l’Ipb in particolare:

  • alfa litici;
  • inibitori della 5 alfa reduttasi;
  • fitoterapici.

Si tratta di medicine che vanno prese per lunghi periodi e che, attraverso modalità d’azione differenti, allargano il canale urinario che attraversa la prostata, permettendo così un deflusso più agevole dell’urina. Grazie a tali farmaci, il numero dei pazienti che devono essere trattati chirurgicamente si è fortemente ridotto negli ultimi tempi.
Studi epidemiologici hanno suggerito che la Vitamina E può influenzare, se carente, lo sviluppo del tumore della prostata, mentre una dieta con supplemento di Selenio può ridurre del 50% l’incidenza di tale patologia, così come altre sostanze sono rilevanti nel ridurne l’incidenza, quali il  thè verde, l’aglio.

Sembra incredibile o addirittura paradossale che esista anche una pietra effettivamente efficace, ma devo dire che dopo vari anni di studi e di prove  su persone affette da questi disturbi ho potuto constatare che il crisoprasio ha degli ottimi effetti risolutivi sulle problematiche della prostata.

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Bisogna preparare un ‘elisir di crisoprasio con l’aggiunta di un‘eliotropio e una piccola piramidina di quarzo jalino.
Lasciare in infusione per 8 ore e bere l’acqua quotidianamente per almeno 6 mesi nella quantita’ di 2 litri giornalieri. Se si vuole potenziare l’effetto si puo’ associare l’uso di alcune gocce di Sabal serrulata o Palmetto (50gg nei due litri)
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  • Evitare i cibi speziati e salati. Gli alimenti che contengono, ad esempio, peperoncino, pepe o altre salse piccanti, oppure con una forte aggiunta di sale, peggiorano i sintomi della prostatite, mentre l’aglio è un potente antibiotico naturale, nonostante il cattivo odore. Per una corretta alimentazione, l’ideale è scegliere alimenti freschi e non lavorati come frutta, verdura, cereali integrali, soia, noci, olio d’oliva e pesci d’acqua fredda ricchi di omega-3 (salmone, tonno, sardine o sgombri). Eliminate anche gli zuccheri raffinati e i cibi fritti.
  • Limitare il consumo di alcol. Gli alcolici hanno un effetto negativo sulla prostatite e può sia scatenare che aggravare un evento; l’alcol provoca disidratazione, una situazione altamente controindicata per chi soffre di prostatite. Parlando di bevande, si consiglia di evitare anche succhi di frutta agli agrumi, perché possono irritare l’uretra.
  • Mangiare molto pomodoro o salsa di pomodoro, che contiene licopene, un carotenoide essenziale nella protezione della prostata.
  • Eliminare la caffeina, come caffè, cioccolato, coca-cola, the e altre bevande gassate che possono causare irritazione e disidratazione.
  • Fare attenzione degli alimenti che causano allergie o intolleranze alimentari, perché sembra che le allergie possano essere causa di malattie croniche come la prostatite non batterica.Mangiare cibi ricchi di vitamine, sali minerali, proteine e fibre. Spesso non si riesce ad introdurre vitamine sufficienti solo con l’alimentazione e in tal caso è possibile trovare degli integratori adeguati che aumentino il valore nutrizionale della dieta.
  • Le vitamine e i sali minerali più importanti per contrastare la prostatite sono la Vitamina C (antiossidante che aiuta nella guarigione), la Vitamina E (antiossidante che migliora il sistema immunitario), il Selenio (oligominerale che potenzia l’effetto della vitamina E) e lo Zinco (minerale che migliora l’integrità del tessuto prostatico e la sua capacità di prevenire le infezioni). Attenzione però, quantità di Zinco superiori ai 15 mg possono essere tossiche.
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