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Caratteristiche Fisico-Chimiche

Specie: Diamante
Colore: incolore, lievemente giallo, bruno, grigio, nero, colori fantasia
Trasparenza: da trasparente a opaca
Sistema cristallino: cubico
Formula chimica: C
Rifrazione: monorifrangente
Dispersione: 0,044
Fluorescenza: da nulla a forte
Densità: 3,52
Durezza: 10

Il Diamante è costituito di carbonio cristallizzato generalmente in: ottaedro, rombododecaedro, cubo e in combinazione con altre forme. Si presenta incolore, trasparente, traslucido e opaco.

Possiede un elevato indice di rifrazione, il più alto fra tutte le pietre preziose conosciute ed è questa proprietà che gli da maggior valore e lo fa riconoscere dagli altri minerali incolori.

Il Diamante è il minerale più duro di tutte le sostanze naturali conosciute e nella scala di Mohs la sua durezza corrisponde a 10. Non bisogna però confondere la durezza con la fragilità, che è tutt’ altra cosa; basta un piccolo colpo perchè esso si scheggi, cosa che risulta comunissima specie sui diamanti tagliati a brillante, che si scheggiano semplicemente cadendo a terra o battendo su una superficie dura.

Le “4C” del diamante – i criteri di classificazione

Prima di acquistare un bene così prezioso abbiamo bisogno di precisi ed universali standard qualitativi. Al giorno d’oggi il sistema più utilizzato ed accettato a livello internazionale e’ il sistema di classificazione del G.I.A. – Gemological Institute of America, che si basa sull’analisi delle ” 4C”

1. Carati (Carat)

L’unita’ di misura di peso per i Diamanti e le pietre preziose in generale e’ il Carato metrico che equivale a 0,200 grammi.

Ma nemmeno una unità così piccola è abbastanza precisa per qualcosa di così prezioso. Anche nei diamanti relativamente poco costosi le frazioni di carato equivalgono a differenze di centinaia di euro, per questo motivo nell’industria del diamante il peso delle gemme viene misurato fino al millesimo di carato e poi arrotondato alla centinaia, commercialmente chiamata “punto”.

Esempio: una gemma di 0,75 carati verrà commercialmente descritta come “un 75 punti” Il termine carato deriva dall’arabo “qirat” o seme di carrubo che veniva usato in antichità come unità di misura, grazie alla forma e peso costanti dei suoi semi.

Il prezzo del diamante, che viene espresso al carato, non aumenta mai in maniera matematica in relazione al suo peso. Quindi un diamante del peso di due carati non costa il doppio di una pietra di un carato della stessa qualità ma molto di più. Non bisogna confondere il carato per la misurazione del peso delle gemme con il “carato titolo dell’oro”. Il “carato titolo” indica la purezza dell’oro, ad esempio: L’oro Puro viene descritto a 24 Kt (carati), mentre la descrizione 18 Kt (diciotto carati) significa che nella lega sono presenti 18 parti di oro e 6 parti di altri metalli.

2. Purezza (Clarity)

In natura i diamanti realmente “puri” sono estremamente rari. Il termine purezza in questo caso non ha niente a che vedere con la composizione chimica del diamante, ma si riferisce a quelle minutissime imperfezioni all’interno del diamante che ne possono sminuire la trasparenza e quindi anche l’attrattiva. Il Gemological Institute of America, la massima autorità nel campo della certificazione, ha istituito una Classificazione della Purezza (da eseguirsi a 10x ingrandimenti) accettata internazionalmente.

 

IF
(internally flawless o internamente puro) :
esente da caratteristiche interne a 10x
VVS 1- VVS 2
(very very small o piccolissime).
Inclusioni estremamente difficili da rilevare con una lente a 10x.
VS1 – VS2
(very small o molto piccole)
Lievissime inclusioni difficili da rilevare con una lente a 10x.
SI1 – SI2
(small inclusions o piccole inclusioni).
Piccole inclusioni facili da rilevare con una lente a 10x.
P1 (I1)
( I° Piqué )
Inclusioni visibili immediatamente con una lente a 10x e difficili da rilevare ad occhio nudo attraverso la corona.
P2 (I2)
(II° Piqué).
Inclusioni grandi e numerose, facilmente visibili a occhio nudo attraverso la corona.
P3 (I3)
(III° Piqué)
Inclusioni grandi e numerose, molto facilmente visibili a occhio nudo attraverso la corona. Riduzione sensibile della brillantezza del diamante.

3. Colore (Color)

Il Diamante e’ l’unica gemma in cui l’assenza di colore ne determina il valore.

Il Diamante solitamente, risulta ai nostri occhi come incolore, ma di diamanti veramente incolori in commercio se ne trovano pochissimi, poiché presentano quasi tutti, in impercettibili variazioni di intensità, una sfumatura solitamente giallastra. Vista l’impercettibilità delle distinzioni fra i vari gradi di colore all’interno della gamma commerciale, e la differenza di prezzo tra una categoria ed un’altra, questa terza “C” e’ forse la piu’ difficile da determinare, necessita quindi di attrezzature sofisticate e un alto livello di professionalità. Quindi più i diamante e’ incolore, piu’ aumenta il suo valore. Il GIA ha perfezionato una SCALA DEL COLORE nel Diamante suddividendola nelle lettere dell’alfabeto, partendo pero’ dalla lettera D.

 

GIA IDC-CIBJO inglese
IDC-CIBJO italiano
D Exceptional white + Bianco eccezionale +
E Exceptional white Bianco eccezionale
F Rare white + Bianco extra +
G Rare white Bianco extra
H White Bianco
I Slightly Tinted Bianco leggermente
J White sfumato
K Tinted white Bianco sfumato
L Tinted color Colorito

4. Taglio (Cut)

Il taglio può essere descritto come il contributo dell’uomo alla bellezza di un diamante.

Esso incide sugli altri standard qualitativi che abbiamo visto sino ad ora, ad esempio, esaltare il colore o nascondere alcune inclusioni. La professionalità ed il talento del tagliatore devono misurarsi con un compromesso molto importante: brillantezza ottimale del diamante tagliato e massima ritenzione di peso dal grezzo.

I principali tipi di taglio sono:

taglio a brillante rotondo
taglio a brillante ovale
taglio a brillante marquise
taglio a brillante goccia
taglio ottagonale a gradini (taglio smeraldo)
taglio princess
taglio a cuore

Alcuni diamanti celebri

Briolette: diamante di 90,38ct, gemma che sarebbe stata acquistata in Asia minore da Eleonora d’Aquitania nel 1145. Ricomparve secoli dopo presso il famoso gioielliere Cartier e successivamente da Harry Winston che la incastonò in una collana di 157 diamanti che fu donata alla moglie di un finanziere canadese. Ora dovrebbe trovarsi in Europa.

Cullinan: si tratta del diamante più grande mai rinvenuto. Il suo peso era di 3106ct. La pietra grezza fu tagliata nel 1908 ad Amsterdam e ci vollero ben 8 mesi. Si ricavarono il Cullinan I, a forma di goccia e dal peso di 530,20ct , e il Cullinan II, tagliato a cuscino e dal peso di 317,40ct. Si ricavarono altri diamanti di caratura ragguardevole ma inferiore. Tutti questi diamanti furono incastonati nello scettro britannico, nella corona imperiale e nella corona della regina d ‘Inghilterra.

 

Hope: rarissimo diamante di colore blu intenso vellutato e dal peso di 44,52ct. Famoso per la fama di portatore di disgrazia ai suoi possessori. Tra i possessori ricordiamo Luigi XVI e Maria Antonietta. Ora lo si può ammirare alla Smithsonian Institution di Washington.

 

Tiffany: diamante di colore giallo-oro, tagliato a cuscino e dal peso di 128,51ct. Il nome fu dato dal gioielliere Charles Lewis Tiffany di New York. Fu incastonato in un girocollo insieme ad altri diamanti incolori. Nel 1983 è stato stimato 12 milioni di dollari.