Ciò che la natura crea non è di per se ne brutto ne imperfetto ma non sempre incontra i favori del gusto e delle mode degli uomini. Per questo motivo, da sempre, si sono elaborati metodi e tecniche mirate a modificare o alterare la materia prima al fine di renderla più gradevole o fruibile per gli scopi richiesti. Questo concetto vale per ogni cosa che osserviamo o possediamo, vale addirittura per noi stessi, e vale chiaramente anche nel mondo delle gemme e delle pietre ornamentali. Le manipolazioni sulle gemme però non si fermano al taglio o alla politura. Molto spesso si interviene alterando drasticamente l’opera di madre natura, agendo sulla sfumatura di colore, sulle caratteristiche interne (le cosiddette inclusioni) e, in generale, su tutti gli aspetti che si ritengano possano incrementare la bellezza di una gemma e, come diretta conseguenza, anche il suo valore.
Trattamento termico (riscaldamento) Sicuramente il più diffuso, non è considerato neppure una manipolazione vera e propria in quanto riproduce un processo che avviene normalmente anche in natura. Viene utilizzato per modificare il colore o la sfumatura di colore della gemma. Determinare se il cambiamento di colore è avvenuto in condizioni naturali o artificiali non è sempre possibile in quanto il risultato finale è praticamente identico sia nel caso sia stato indotto artificialmente sia nel caso sia avvenuto a seguito di fenomeni naturali (ad esempio a seguito di un innalzamento della temperatura nel sottosuolo dovuta a variazioni di pressione o ad attività vulcanica). Inoltre molti altri fattori rendono il risultato finale non sempre ripetibile: la “quantità” di calore ovvero la durata del trattamento, la temperatura utilizzata, il gradiente di temperatura (ovvero la velocità con cui si arriva alla temperatura desiderata), la pressione atmosferica, il gradiente di raffreddamento (ovvero quanto velocemente la gemma torna alla temperatura ambiente dopo il trattamento), la presenza di elementi estranei nel minerale (che possono reagire in maniera diversa al calore causando zonature di colore) etc. Bisogna inoltre ricordare che non sempre il risultato finale è stabile. A volte, con il passare del tempo, la gemma può riprendere il colore originale o modificare ulteriormente la sfumatura ottenuta dopo il trattamento termico. Fra le gemme che vengono sottoposte a questo tipo di trattamento elenchiamo: • Corindone blu che diventa giallo chiaro o bianco • Corindone viola che diventa rosa • Corindone incolore che diventa giallo o verde o blu • Topazio arancione che diventa rosa • Berillo verde che diventa azzurro o blu (acquamarina) • Berillo giallo che diventa blu o incolore • Berillo salmone che diventa rosa (morganite) • Berillo bruno che diventa rosa • Tormalina rossa scura che diventa rosa • Tormalina blu-verde che diventa verde chiaro • Quarzo giallo-bruno che diventa giallo o arancio (quarzo citrino o lemon o palmeira) • Quarzo viola (ametista) che diventano quarzi citrini • Zircone verde che diventa blu chiaro o azzurro • Kunzite che diventa rosa chiaro o incolore. A volte invece può divenire blu, porpora o violetto Non vengono invece sottoposte a trattamento termico gli smeraldi, gli spinelli, i crisoberilli, i granati e i peridoti. Nei rubini l’eventuale cambiamento di colore è minimo e dovuto esclusivamente alla presenza di elementi estranei nella composizione chimica del campione. Per i diamanti si ha un leggero cambiamento di colore su pietre precedentemente esposte a radiazioni.
Irraggiamento Con il termine “irraggiamento” si intendono tutte quelle tecniche che utilizzano radiazioni. Queste possono essere elettromagnetiche (come la luce nel visibile, nell’ultravioletto o nell’infrarosso) o nucleari (particelle alfa, raggi X o raggi gamma). Sono tutte tecniche relativamente recenti che hanno subito un notevole incremento dagli anni ’50 in poi quando la tecnologia ha permesso un utilizzo “sicuro” delle energie nucleari. Vengono utilizzate esclusivamente per modificare il colore della gemma. In pratica una radiazione nucleare fornisce agli elettroni degli atomi del cristallo energia sufficiente per cambiare “configurazione”. Questo determina un diverso comportamento quando sono “investiti” da un raggio di luce e come conseguenza macroscopica abbiamo un diverso tono di colore percepito dall’occhio umano. Le gemme normalmente sottoposte a questo tipo di trattamento sono: • Berillo incolore che diviene giallo • Berillo verde o azzurro che intensifica la tonalità • Corindone che da incolore diviene giallo e da rosa diviene arancio (padparadsha) • Diamante che da incolore assume sfumature tenui di rosa, rosso, giallo o bruno • Quarzo che da incolore diventa verde elettrico, blu, bicolore (ametrino) giallo o bruno • Kunzite che da rosa diviene gialla o verde • Topazio che da incolore diviene giallo, blu (london blue), azzurro (sky) o arancio • Tormalina che può assumere vari colori • Zircone che da incolore diviene bruno o rossastro (giacinto) • Non tutte le gemme sottoposte a radiazioni mantengono inalterato nel tempo il colore acquisito.
Impregnatura Questa tecnica consiste nel far penetrare all’interno della gemma materiali incolori o colorati ottenendo così un duplice scopo: quello di rendere la gemma più compatta ed omogenea, chiudendo o comunque limitando le discontinuità ottiche dovute a fratture interne e, nel caso si utilizzino sostanze colorate, quello di cambiare la tonalità di colore della gemma stessa. Le gemme che vengono normalmente sottoposti a questo trattamento sono gli smeraldi e i rubini mentre fra le pietre ornamentali è molto usata per le turchesi e, in generale, per tutti quei minerali che presentano una certa porosità (quarzi criptocristallini) che facilitano la penetrazione delle sostanze. L’elenco dei materiali utilizzati per l’impregnatura è vastissimo: moltissimi tipi di olii, resine vegetali, resine artificiali, vetri al piombo, plastiche etc. Per certi tipi di olii o di resine è possibile verificare l’avvenuto trattamento strofinando con un panno imbevuto di benzina o acetone la gemma. Se sul panno rimane un alone colorato…la gemma ha subito questo tipo di trattamento. Rivestimento e accrescimento superficiale Consiste nel “rivestire” superficialmente la gemma con smalti, vernici, lamine, cere in maniera tale da conferire un aspetto “diverso” alla gemma. Molte gemme multicolori (quarzi o topazi mystic o rainbow) sono ottenuti tramite questa tecnica. E’ anche possibile far “crescere” un sottile strato sintetico attorno a tutta la gemma in maniera tale da racchiudere un esemplare di scarso valore in un guscio che ne esalta il colore. E’ il caso di alcuni smeraldi prodotti durante la II guerra mondiale (Lechleitner) di rubini e di quarzi.
Tintura E’ una tecnica utilizzata soprattutto per le pietre ornamentali che vengono verniciate con smalti per dar loro un colore più gradevole rispetto all’originale. Si applica benissimo sui quarzi criptocristallini e anche a gemme di origine organica come il corallo.
Decolorazione Viene utilizzata soprattutto per le gemme di origine organica. Si utilizzano solventi di varia natura per schiarire l’avorio e il corallo. Con l’acqua ossigenata in particolare si schiariscono le perle. Con acidi si schiariscono anche i quarzi criptocristallini come l’occhio di tigre.
Diffusione e termodiffusione E’ una variante del trattamento termico. In questo caso infatti si utilizzano alte temperature e alte pressioni per far penetrare sulla superficie della gemma delle speciali polveri che conferiscono un colore migliore e più attraente. E’ molto usata nelle pietre dotate di asterismo. Gemme con stelle a 6 o addirittura 12 punte perfettamente sagomate sulla superficie del cabochon sono quasi sicuramente indotte da questo tipo di trattamento. Questo tipo di tecnica a volte non è considerato neppure un trattamento vero e proprio ma una “composizione” di materiali diversi. Per questo a volte si parla di “composit” o “doppietta” per riferirsi alle gemme termodiffuse.
Foratura con laser E’ una tecnica che si è sviluppata a partire dagli anni ’70. Consiste del “forare” appunto la pietra con un laser fino ad arrivare alle inclusioni che vengono poi eliminate con acidi. Il foro prodotto dal laser viene poi “riempito” con speciali resine in maniera tale da nascondere il foro.